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Sublussazione vertebrale – Ernia del disco

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N° 6 - Ernia discale e "Aggiustamento chiropratico"- Brochure in formato pdf (950 Kb)
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Per definire un ingrossamento o allargamento di un disco intervertebrale, in campo radiologico, si utilizza spesso il termine inglese “bulging” che definisce letteralmente una sporgenza del disco, senza specificarne la natura. Le sporgenze discali possono essere di varia natura e spesso sono definite con i termini a seguire.
Protrusione: uscire fuori, sospingere….erniazione di un disco intervertebrale attraverso la capsula, spesso con ripercussione sulla radice nervosa. Anche prolasso del disco intervertebrale, ernia del nucleo polposo.
Churchill Medical Dictionary ed. Menarini 1994.

Prevalenza di Dolori alla schiena in 12 mesi (lavoratori USA) Fonte: Beherens,
Seligman, Camelon: The prevalence of LBP…Am J Pubblic Health 84:1780-1785, 1994

Occupazione Dolori da trauma sul lavoro (%) (errore standard) Occupazione Dolori daattività ripetitive (%) (errore standard)
Camionisti

6,7 - (1,1) Meccanici 10,5 - (1,3)
Minatori - Scaricatori

5,6 - (1,4) Minatori - Scaricatori 10,4 - (2,1)
Edile

5,3 - (0,8) Edile 10,1 - (1,0)
Pulizie 4,9 - (0,8) Operatori di macchinari (vetro, metallo, plastica) 9,2 - (2,9)
Polizia - Pompieri

4,8 - (1,1) Elettricisti 9,0 - (2,8)
Meccanici

4,6 - (0,9) Assistenza personale 8,3 - (1,9)
Elettricisti

4,4 - (1,4) Camionisti 7,5 - (1,3)
Terapisti 4,4 - (0,9) Agricoltori,Pescatori, Forestale 7,5 - (1,2)
Medici, Dentisti, Infermiere etc. 4,2 - (1,1) Terapisti 7,3 - (1,0)
Agricoltori,Pescatori, Forestale 4,1 - (0,8) Operai generici e pulizie 7,1 - (1,1)

Ernia del disco: protrusione del materiale del nucleo polposo attraverso l’anello fibroso di un disco intervertebrale. Anche erniazione del disco intervertebrale.
Churchill Medical Dictionary ed. Menarini 1994.
L’ ernia è quindi definita dal passaggio o protrusione di materiale attraverso una zona lacerata che normalmente contiene il materiale stesso. Nel caso del disco intervertebrale è il passaggio di materiale dal nucleo centrale del disco attraverso le lamelle circonferenziali dell anulus (lacerate) verso la zona più laterale del disco il quale protrude al di là dei suoi normali confini circonferenziali ed a volte comprime le radici nervose.
Quando il disco si ernia la sua altezza diminuisce e la meccanica dei movimenti cambia. Ne consegue una degenerazione (artrosi) delle articolazioni posteriori della colonna che devono subire un carico di lavoro maggiore.

Esempio di situazioni della spina dorsale a livello lombare con differenti protrusioni od ernie discali:

Dei pazienti che visitano un professionista per dolori di schiena negli USA, circa il 5% ha problemi discali. Circa il 0,1-0,5% della popolazione USA compresa fra i 24 ed i 64 anni di età ha problemi discali. Ciò implica che il 90% dei dolori di schiena non sono di origine discale o comunque hanno delle cause miste.

Il disco intervertebrale è formato da una parte centrale gelatinosa detta “nucleo polposo” e da una laterale formata da lamelle fibrose detta “anulus”.
Le fibre dell’anulus resistono bene a movimenti di torsione e di flesso-estensione
se non sono combinati.
La rotazione da sola, non sembra causare danni al disco intervertebrale.
Il disco normale resiste a 22 gradi di rotazione prima della rottura delle sue fibre esterne, mentre quello degenerato circa 14,3 gradi. Le vertebre lombari, articolate una sull’altra, possono ruotare solo di 10-12 gradi. Ciò significa che un danno al disco dovuto a rotazione non può avvenire se prima non vi è la frattura delle articolazioni posteriori della vertebra stessa.
L’ Iper-flessione lombare acuta può causare un prolasso immediato del disco nella parte posteriore, questo succede frequentemente nei traumi da sollevamento sul lavoro.

Esempio di spostamento del disco: della parte esterna (anulus: rappresentato in rosso) e della parte interna (nucleo polposo: rappresentato in bianco), durante vari movimenti e posture

Più frequentemente il trauma è cumulativo ed i carichi ripetuti e/oppure il sedersi prolungatamente indeboliscono l’anulus del disco (parte fibrosa esterna) causandovi dei microtraumi nella parte posteriore.
Durante la flessione le fibre dell’anulus dimostrano minor capacità di resistere alla torsione. Il movimento più dannoso per il disco intervertebrale sembra essere quindi la flessione combinata alla torsione o rotazione.
Il nucleo (parte centrale) è circa il 30-50% del disco ed è formato da una struttura gelatinosa.
Non riceve vasi sanguinei e nervi e si nutre grazie al movimento che gli permette di assorbire e rilasciare acqua, proprio come una spugna (processo di imbibizione).
Negli anziani e nelle patologie discali il contenuto di acqua diminuisce ed il disco intervertebrale si abbassa, cambiano così i movimenti della spina dorsale che và incontro a modifiche artrosiche.
Dopo un trauma il disco si gonfia (edema) ed i nervi nella sua parte esterna (anulus) trasmettono dolore. A volte ci vogliono fino a tre giorni perché il disco raggiunga il suo massimo gonfiore, durante i quali il dolore può aumentare.
Il disco intervertebrale sano, dopo un periodo di riposo per esempio sdraiati, come al mattino, è più idrato e più gonfio (contiene più acqua) ed ha una mobilità inferiore rispetto ad un paio di ore dopo, quando ci si è mossi un pochino. In questo caso, se il disco è sottoposto a sforzi presto al mattino, “a freddo”, essendo più “in pressione” si creano forze maggiori sia sul disco stesso che sui legamenti intorno, con più probabilità di creare danno.
Al contrario, nel disco malato, quindi più “schiacciato” del normale, l’idratazione consente un miglior movimento delle vertebre.

Esempio di flessione laterale lombare in caso di ernia del disco:
Secondo le posizioni che si assumono, il disco erniato spinge sulla radice
nervosa causando dolore. Per questo a volte si assumono posizioni
“antalgiche” per evitare l’aggravamento del dolore

Nel caso di ernia, il materiale contenuto all’interno del disco (nel nucleo polposo) può uscire dal disco stesso e viene riconosciuto dal sistema immunitario come un corpo estraneo. Si scatena, così, una risposta immunitaria e quindi un infiammazione. L’infiammazione attorno alla radice nervosa potrebbe causare i sintomi della sciatica, e se l’ernia è di dimensioni importanti il materiale fuoriuscito può comprimere la radice nervosa causando deficit di tipo neurologico (formicolio, “scosse”, debolezza muscolare, ecc..). Molti pazienti, in sede operatoria hanno infiammazione ed edema attorno alla radice nervosa sia con ernie di piccole che di grandi dimensioni. Non sembra esserci correlazione fra la grandezza dell’ernia e la gravità dei sintomi, come non sembra esserci correlazione fra la grandezza dell’ernia, la gravità dei sintomi e la risposta ai trattamenti Chiropratici.
Sembrerebbe che i sintomi dell’ernia a livello locale siano dovuti piuttosto ai fenomeni infiammatori, mentre i deficit neurologici (ad esempio formicolio o debolezza muscolare) alla compressione della radice nervosa.
Nel caso di una sublussazione vertebrale, le vertebre si muovono in maniera scorretta, il disco intervertebrale e le articolazioni posteriori tendono a “consumarsi” prematuramente sia nella vita normale che in special modo durante gli sforzi lavorativi o i gesti sportivi. In questo caso, il disco non risponde esattamente alle caratteristiche meccaniche descritte in precedenza, ma la sua capacità di assorbire forze e traumi non è necessariamente prevedibile.
Quando, il movimento vertebrale non è corretto come nel caso di una sublussazione nella fase iniziale, e la meccanica del disco è modificata, come in una sublussazione nelle fasi più avanzate, anche i movimenti delle vertebre adiacenti variano, scatenando tutta una serie di riflessi e movimenti alterati che perpetuano la degenerazione vertebrale.
Le fibre del disco sono saldamente ancorate al corpo della vertebra sia superione che inferiore questo significa che i movimenti vertebrali, come l’aggiustamento Chiropratico, influenzano direttamente la posizione del disco intervertebrale. In questo caso, il clinico esperto saprà indirizzare l’aggiustamento (manipolazione secondo specifiche procedure Chiropratiche) al fine di promuovere un corretto spostamento delle porzioni di nucleo polposo o di anulus fibroso che si “rompono” e si trovano in zone diverse e pericolose nel caso di un ernia del disco.
L’aggiustamento Chiropratico ripristina il movimento delle vertebre, promuovendo il corretto movimento dei dischi e delle articolazioni, favorendo di conseguenza il loro nutrimento e la trasmissione degli impulsi nervosi alla spina dorsale. Il movimento corretto impedisce il progredire dei fenomeni artrosici e dona più longevità alla colonna vertebrale.
I dischi intervertebrali ricevono nutrimento attraverso l’apporto di acqua, per mezzo del
movimento. Nutrimento significa glucosio ed ossigeno. Il fatto che in età avanzata i dischi siano disidratati significa che ricevono anche meno sostanze nutritive.
Inoltre, persone che hanno problemi con il metabolismo degli zuccheri (es. diabetici) o con il trasporto dell’ossigeno (es. fumatori) hanno meno capacità di nutrire i dischi intervertebrali e quindi sono più proni a subire traumi o degenerazioni.
Quindi, cosa può contribuire all’insorgere di problemi discali:
• traumi dovuti ad incidenti ad esempio sul lavoro, in auto, nello sport
• abitudini posturali scorrette
• stare seduti per periodi prolungati
• carichi di lavoro ripetuti sul lavoro o nello sport
• sforzi importanti presto al mattino
• sublussazioni vertebrali
• degenerazione dei dischi in zone vertebrali adiacenti (sopra o sotto)
• diabete
• fumo

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